Importo della pensione, sai che è possibile aumentarlo ‘legalmente’? Il semplice passaggio che farà notare la differenza a fine mese.
Buone notizie per molti contribuenti che possono, in determinati casi, beneficiare di un trattamento pensionistico più elevato. Ma di quali si tratta e come è possibile? Ecco come funziona.
Il lavoro riveste un ruolo importante nella vita di tutti noi. Questo perché ci permette di ottenere i soldi di cui, inevitabilmente, abbiamo bisogno per acquistare i diversi beni e servizi di nostro interesse. Allo stesso tempo non possiamo di certo negare come spesso l’attività lavorativa si riveli essere motivo di stress.
A partire dai vari impegni fino ad arrivare alle scadenze da rispettare, d’altronde, sono davvero tante le cose da fare. Non stupisce pertanto che siano in tanti a non vedere l’ora di staccare la spina e andare in pensione. Per accedere a quest’ultima, però, bisogna aver maturato determinati requisiti di carattere anagrafico e contributivo.
Anche una volta maturato il diritto ad andare in pensione, in molti potrebbero decidere di rinviare l’uscita dal mondo del lavoro. Questo in modo tale da poter ottenere in futuro un importo dell’assegno pensionistico più elevato. Proprio in tale ambito, pertanto, può essere utile sapere che grazie ad un semplice passaggio, che quasi nessuno conosce, è ugualmente possibile aumentare di tanto l’importo della pensione.
Ma come è possibile? Ebbene, è importante sottolineare che si tratta di un’agevolazione a cui non possono accedere tutti. Ne hanno diritto solamente le donne lavoratrici definite contributive pure, ovvero che hanno iniziato a versare i contributi solo dopo il 1995. Coloro che rientrano in tale categoria hanno diritto ad uno sconto sul requisito anagrafico per andare in pensione in base al numero dei figli. Quest’ultimo, come previsto dalla Legge Dini, è pari a quattro mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di dodici mesi. Ne consegue che, se una donna ha avuto tre figli, può accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 66 anni anziché 67 anni.
Al posto dello sconto sull’età pensionabile, le lavoratrici interessate possono richiedere un aumento sull’importo pensionistico. Questo avviene grazie al riconoscimento di un coefficiente di trasformazione più elevato. Entrando nei dettagli, le donne che hanno uno oppure due figli e vanno in pensione all’età di 67 anni, si vedono applicare il coefficiente di trasformazione previsto per chi ha 68 anni. Coloro che hanno tre o più figli, invece, si vedono applicare il coefficiente previsto per coloro che hanno 69 anni.
È possibile beneficiare di tale aumento anche nel caso in cui si decida di uscire anticipatamente dal lavoro, sempre a patto di rientrare nel sistema contributivo. Ne consegue che chi, ad esempio, esce dal lavoro all’età di 64 anni, ottiene un importo dell’assegno pensionistico come se fosse uscita all’età di 65 anni o 66 anni in base al numero dei figli. Per sapere se anche voi avete effettivamente diritto a tale misura che consente di ottenere una pensione più alta vi suggeriamo di consultare il sito dell’Inps o rivolgervi ad un patronato.
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