Adesso c’è la data ufficiale per lo spegnimento dei riscaldamenti. I furbetti saranno puniti severamente: multe a raffica se li utilizzi.
Stiamo entrando lentamente nel pieno della primavera, con le temperature che giorno dopo giorno vanno ad addolcirsi sempre di più e diventano costantemente più miti sulla penisola. Ci sono infatti alcune zone del nostro paese che sono state costrette a chiudere già i riscaldamenti. In altre invece potrebbero esserci ancora i termosifoni accesi anche se questi non dovrebbero rimanere a lungo. Questo perché c’è addirittura un decreto a regolare il loro utilizzo.
Nel dettaglio stiamo parlando del Decreto del Presidente della Repubblica 412 del 1993 che ha imposto delle norme da rispettare e dei periodi dell’anno di accensione e spegnimento in base alle sei fasce climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Sempre la penisola viene suddivisa insieme al numero massimo quotidiano di ore in cui gli impianti potranno rimanere accesi. Per rendere più agevole la norma, il Governo ha deciso suddividere la penisola in fasce a seconda del clima.
Il momento di spegnere i termosifoni può variare a seconda della zona climatica in cui ci si trova. Questa distinzione è fondamentale per rispettare le normative e evitare multe salate. Partendo dalla zona A, che comprende le regioni più a sud come le isole minori, il termosifone è già stato spento il 15 marzo. Nella zona B, che include gran parte dei capoluoghi di provincia della Sicilia e alcune città della Calabria, il termosifone ha smesso di funzionare il 31 marzo dopo otto ore di attività al giorno.
Passando alla zona climatica C, che coinvolge capoluoghi di Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, il riscaldamento è stato spento il 31 marzo dopo dieci ore di funzionamento al giorno. Nella fascia D, che comprende città come Roma, Firenze, Genova e altre, i termosifoni saranno spenti dal 15 aprile dopo 12 ore di attività giornaliera. La zona E, che include città del Nord come Milano e Torino, vedrà i termosifoni spenti anch’essi il 15 aprile dopo 14 ore di funzionamento al giorno. Infine nella zona climatica F, che ospita città come Cuneo, Belluno e Trento, non ci sono restrizioni sull’accensione dei riscaldamenti.
Chi non rispetta queste disposizioni rischia multe che vanno da 500 a tremila euro, a meno che non si sia in possesso di una deroga. È importante quindi prestare attenzione alle regole specifiche della propria zona climatica per evitare sanzioni. Inoltre alcune città come Milano, Torino, Roma e Bologna hanno emanato ordinanze che anticipano la data di spegnimento dei termosifoni all’8 aprile.
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