Il Governo ha reso operativa una novità molto importante della Riforma Irpef: è previsto un aumento in busta paga di 1200 euro.
Lo scorso 6 febbraio sono state pubblicate le istruzioni operative che aprono alla Riforma Fiscale, grazie alla quale in questo 2024 è prevista la riduzione delle aliquote, che passano da quattro a tre. Tre come le nuove soglie ora esistenti.
La prima riguardo i redditi fino a 28mila euro e sarà del 23%, la seconda chi supera i 28mila ma arriva fino a 50mila sarà del 35%, la terza è del 43% per i redditi che superano i 50mila. Passaggi importante della Riforma Irpef governativa che pian piano sta diventata effettiva. Ancora presto per passare ai due scaglioni, ma intanto un passettino in avanti è stata compiuto.
Sempre per l’anno attualmente in corsa è prevista la detrazione da lavoro dipendente con un aumento di 75 euro, ma manche la riduzione dell’ammontare delle detrazioni spettanti per alcuni oneri per i redditi sopra i 50 mila euro, nonché l’abrogazione dell’agevolazione per la capitalizzazione delle imprese.
Riforma Irpef: tre ipotesi e un minino comun denominatore. Fino a 1200 euro il bonus
La base è stata gettata, ora si sta pensando a trovare l’altezza della situazione. Dopo il passaggio ai tre scaglioni di quest’anno, il Governo starebbe pensando a come arrivare a un taglio di un punto percentuale della seconda o della terza aliquota, che potrebbe valere circa un miliardo. Il punto di partenza sono le recenti rassicurazioni di Maurizio Leo, viceministro dell’Economia.
“Per gli anni prossimi sicuramente il nostro impegno sarà di riconfermare la riduzione delle aliquote – spiega – tenendo conto anche che il meccanismo attuale a tre aliquote penalizza le classi medie: quindi vogliamo abbassare la tassazione anche per loro”. Tre le ipotesi di riforma Irpef, da attuare nel 2025. La prima prevede un innalzamento della seconda soglia: l’aliquota applicabile sarà sempre del 35% ma per i redditi fino a 55 mila euro, quindi una forbice leggermente più allargata.
La seconda ipotesi, invece, lascerebbe la soglia invariata, quindi sempre per i redditi da più di 28mila euro ma fino a 50mila, ma ci sarebbe una riduzione dell’aliquota applicata, che verrebbe portata dal 35% al 34%. La terza è molto simile alla seconda, ma cambia la riduzione dell’aliquota, che passerebbe al 33%. Tutte e tre le ipotesi hanno un comun denominatore: favorire gli stipendi di importo compresi tra i 50 mila e i 55 mila euro, per i quali potrà esserci un incremento annuo fino a 1.200 euro.