
(di Claudio Ronchi)
Ad onorare Santa Barbara, patrona della Marina Militare, dei Vigili del Fuoco, dell’Artiglieria, del Genio, convennero il 4 dicembre del 2011 (10 anni fa), al teatro Primo Longobardo, circa 800 tra militari e civili.
Un imponente schieramento – nella massima parte alle dipendenze del comandante del Presidio e della Scuola Sottufficiali, capitano di vascello Franco Felicioni – che assistette alla Messa, presieduta dal parroco militare, don Gian Franco Pilotto (concelebrata con don Degortes e don Albert Guevara), alla consegna delle onorificenze e alle premiazioni dei tornei sportivi intitolati alla Santa Patrona. Diverse le autorità militari provinciali e locali presenti. Il Comune di La Maddalena era rappresentato dal vice sindaco, Michele Secci.
“Siamo qui per rinnovare il nostro impegno di essere uomini e donne che portano avanti un ideale alto e grande, di pace, di amicizia tra i popoli, ma anche di tutela e difesa del nostro paese” disse nell’omelia don Pilotto.
“Santa Barbara è qui per ricordarci che essere cristiani vuol dire affrontare anche le sofferenze, i sacrifici, fino – se necessario – a prezzo della propria vita, come fate voi ogni giorno”.

“Tante sono le similitudini che rapportano la vita della Santa ai nostri giorni, al nostro quotidiano, al nostro essere uomini e donne, alla nostra scelta di essere marinai” affermò il comandante Franco Felicioni.
“Uomini e donne che fanno parte di una realtà difficile… difficile da comprendere, a volte difficile da vivere. Una realtà che, prigioniera di innumerevoli dinamiche, risulta spesso vacillare come una nave nella tempesta. Chi, meglio di Barbara – proseguì Felicioni – poteva essere scelta come faro per le nostre navi e le nostre coscienze, mentre navighiamo fra timori e gioie, paure e soddisfazioni! Che la Santa Patrona vegli sempre su tutti noi, e sia propizia per il futuro della Marina Militare, di tutti i marinai, in servizio e in congedo, del personale militare di altre FF.AA. che presta servizio presso la Marina, del personale civile e di tutti i nostri familiari”.

