Non si può parlare, genericamento di lingua sarda ma si deve tener conto di una pluralità di lingue effettivamente presenti in Sardegna, distinte nei diversi sistemi linguistici neolatini: Sardo meridionale (campidanese e ogliastrino); Sardo centrale (barbaricino e logudorese); Sardo settentrionale (Sassarese e gallurese); Tabarchino di Carloforte, Catalano di Alghero, Isulanu di La Maddalena. Per questo, la Legge Regionale n°22 del 2018 è da ritenersi obsoleta e non aderente all’effettiva realtà multilingue dell’isola. Da Arzachena, nei giorni scorsi (23 luglio), si è elevata alta la protesta culturale e politica a difesa delle peculiarità che sono una ricchezza autentica dell’Isola.
Ciò è stato detto e ribadito nel corso di un incontro, organizzato dal sindaco Robeeto Ragnedda e dall’assessore Mario Russu, al quale sono intervenuti: i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino, Giuseppe Meloni e Pierfranco Zanchetta; il sindaco di Aglientu Antonio Tirotto; il sindaco di Luogosanto Agostino Pirredda; la sindaca di Luras, Maria Giuseppina Careddu; il sindaco di Santa Teresa di Gallura, Stefano Pisciottu; la vicesindaca di Berchidda, Pierangela Mazza; il vicesindaco di Tempio , Giannetto Addis; l’assessora alla cultura di Aggius, Mara Sanna; il consigliere del Comune di Palau, Dario Campesi; il presidente dell’Accademia della lingua gallurese, Mario Scampuddu; il presidente della consulta intercomunale Gallura, Piero Bardanzellu; lo scrittore Quintino Mossa; lo studioso Emilio Aresu; l’ex consigliere regionale, Giovanni Pileri.
In un documento, politici e studiosi ritengono pertanto che si debba “affrontare la realtà di un plurilinguismo vivo e presente nei territori, affinché questo tema diventi un problema di rappresentanza democratica, di difesa dell’autodeterminazione e di ricerca di un’azione che impedisca la sperequazione e la discriminazione tra i vari parlanti sardi”. Ci “si oppone fermamente all’imposizione di un’inesistente e non necessaria lingua unitaria e alle varie ‘lingue comuni’ inventate a tavolino”.
È stato pertanto deciso, su proposta del Consiglio Comunale di Arzachena, di procedere “all’istituzione di un coordinamento politico-culturale in rappresentanza della regione geografica corrispondente alla ex provincia OlbiaTempio, da affiancare alla consulta prevista dalla legge, con lo scopo di rafforzarne l’azione politica e la partecipazione territoriale, esprimendo pareri e indicazioni vincolanti in relazione alla disciplina della politica linguistica della nostra regione”.